Galof

 

Sono nato ad Augusta, località portuale nel cuore di quella Sicilia marittima che amo.
Ho vissuto tra la mia realtà provinciale, prigione e culla della mia giovinezza, e quella mondana e giovanile di Catania. Stregato da luoghi affascinanti come le Gole dell’Alcantara, ho coltivato in segreto il desiderio di viaggiare e di scoprire nuove mete nuove persone. In altre parole: il desiderio di fuggire, di volare.
L’Erasmus è stato, per certi versi, la “chiave”, l’inizio di un percorso che mi ha portato a comprendere la bellezza del viaggio come evoluzione sia interiore che esteriore: in Erasmus conosci l’altro, il diverso, il nuovo, e riscopri la capacità di vedere le cose con gli occhi di un bambino, abbattendo pregiudizi e valorizzando ciò che si dava per scontato. Ma inizi anche (e soprattutto) a conoscere te stesso. Per davvero.

A Budapest ho ritrovato l’antico amore per l’arte, quella passione che in Sicilia, e più in generale in Italia, ho sempre potuto coltivare tra le più belle meraviglie del mondo.
Dopo la laurea in Storia dell’Arte e Beni Culturali, non mi sono mai fermato. Perché forse il vero Erasmus inizia dopo l’Erasmus. Il nuovo approccio ti spinge costantemente a confrontarti con nuove realtà e possibilità. Mi piace sperimentare, conoscere i “viaggi” interiori di giovani artisti e condividere con loro esperienze, prospettive, sogni.

Come scriveva Verga, profondo conoscitore dell’animo umano nonché autore che amo, all’amico e scrittore Luigi Capuana: «Tu hai bisogno di vivere alla grand’aria […] Tutto quello che senti ribollire dentro di te irromperà improvviso, vigoroso, fecondo appena sarai in mezzo ai combattenti di tutte le passioni e di tutti i partiti». È qui che l’Erasmus mi ha cambiato: la passione per la cultura si è mescolata a quel vizio giovanile per la mondanità. La sintesi è un’esperienza difficile da spiegare, che trova la sua manifestazione nella voglia di conoscere, di condividere, di fare, di costruire.
Nella voglia di tornare e di continuare a sognare.

Galof

Sono nato ad Augusta, località portuale nel cuore di quella Sicilia marittima che amo.
Ho vissuto tra la mia realtà provinciale, prigione e culla della mia giovinezza, e quella mondana e giovanile di Catania. Stregato da luoghi affascinanti come le Gole dell’Alcantara, ho coltivato in segreto il desiderio di viaggiare e di scoprire nuove mete nuove persone. In altre parole: il desiderio di fuggire, di volare.
L’Erasmus è stato, per certi versi, la “chiave”, l’inizio di un percorso che mi ha portato a comprendere la bellezza del viaggio come evoluzione sia interiore che esteriore: in Erasmus conosci l’altro, il diverso, il nuovo, e riscopri la capacità di vedere le cose con gli occhi di un bambino, abbattendo pregiudizi e valorizzando ciò che si dava per scontato. Ma inizi anche (e soprattutto) a conoscere te stesso. Per davvero.

A Budapest ho ritrovato l’antico amore per l’arte, quella passione che in Sicilia, e più in generale in Italia, ho sempre potuto coltivare tra le più belle meraviglie del mondo.
Dopo la laurea in Storia dell’Arte e Beni Culturali, non mi sono mai fermato. Perché forse il vero Erasmus inizia dopo l’Erasmus. Il nuovo approccio ti spinge costantemente a confrontarti con nuove realtà e possibilità. Mi piace sperimentare, conoscere i “viaggi” interiori di giovani artisti e condividere con loro esperienze, prospettive, sogni.

Come scriveva Verga, profondo conoscitore dell’animo umano nonché autore che amo, all’amico e scrittore Luigi Capuana: «Tu hai bisogno di vivere alla grand’aria […] Tutto quello che senti ribollire dentro di te irromperà improvviso, vigoroso, fecondo appena sarai in mezzo ai combattenti di tutte le passioni e di tutti i partiti». È qui che l’Erasmus mi ha cambiato: la passione per la cultura si è mescolata a quel vizio giovanile per la mondanità. La sintesi è un’esperienza difficile da spiegare, che trova la sua manifestazione nella voglia di conoscere, di condividere, di fare, di costruire.
Nella voglia di tornare e di continuare a sognare.